Lunedì 28 Novembre c. a. alle ore 11.00, presso la Parrocchia “Resurrezione del Signore” Viale Castagnola n. 4 – Librino (CT), sarà inaugurata la nuova Mensa Caritas “Beato Dusmet”, dedicata al Card. Giuseppe Benedetto Dusmet, Vescovo “amico dei poveri”. Interverranno: Don Piero Galvano, Direttore Caritas Catania; S.E. Mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania; On. Avv. Enzo Bianco, Sindaco di Catania; Don Francesco Soddu, Direttore Caritas Nazionale; Don Vincenzo Cosentino, Direttore Regionale Caritas; Don Salvatore Cubito, Parroco della Parr. “Resurrezione del Signore” e altre Autorità Istituzionali, Civili e Religiose. Saranno presenti i Parroci del VII° Vicariato, Consiglieri Comunali e della 6ª Circoscrizione. Dopo gli interventi dei convenuti, seguirà la benedizione della Nuova Mensa da parte dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina e un breve rinfresco.
L’area della mensa occupa una superficie di 266 mq e può ospitare circa 200 posti a sedere. Il locale cucina ha una superficie pavimentata di 25,68 mq e comprende una cucina 6 fuochi, il cuoci pasta, un tavolo in acciaio inox, lavatoi e tutto l’occorrente prescritto dalla Normativa Sanitaria vigente. Anche i servizi igienici per il pubblico, di cui uno per diversamente abili e per il personale sono in regola con le norme attuali. La mensa è in regola chiaramente con tutti i vari adempimenti e pareri amministrativi, di sicurezza e igienico - sanitari rilasciati dalle varie Istituzioni preposte quali ad esempio il Comune di Catania servizi Urbanistica e Patrimonio, Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, impianti elettrico, acqua e gas: tutto a norma di legge e certificato.
La ditta che ha effettuato i lavori si chiama “Mongibello Costruzioni” dell'Ing. Alessandro Lo Castro, ed ha realizzato il Progetto della Mensa l'Arch. Loredana Schepisi, consulente della ditta Mongibello. Il costo complessivo per la realizzazione della mensa è ammontato a circa € 80.000,00 di cui € 70.000,00 ricevuti da donazioni. Il Direttore dei lavori, che ha seguito e coordinato tutta l'opera in forma totalmente gratuita e caritatevole, è stato l'Ing. Angelo Rubulotta; quest'ultimo ha usufruito del supporto e della consulenza del Geom. Gregorio Cubito e di altri due tecnici oggi in pensione, che anch'essi in forma totalmente gratuita, hanno prestato il loro servizio: i Sigg.ri Vito Zaffarana e Pippo D'Andrea.
La mensa è stata realizata grazie anche ai molti benefattori che hanno versato un contributo monetario per i lavori, in particolar modo il Clero di Catania, un Istituto di Suore che non vuole essere menzionato, la Caritas Carmelitana, numerosi benefattori privati, singoli cittadini e famiglie.
La Mensa “Beato Dusmet” può servire le famiglie catanesi bisognose che dimorano nei quartieri periferici della nostra Città: Librino, San Giorgio, Zia Lisa, Villaggio Sant’Agata, Monte Po’ ecc.
Perché una mensa a Librino?
Librino è un Quartiere periferico situato a sud ovest della Città di Catania. Conta circa 80.000 abitanti. E’ stato progettato dal famoso architetto giapponese Kenzo Tange, intorno alla metà degli anni sessanta come Città Satellite modello, ma il risultato fu ampiamente inespresso e deludente. Pensato come una sorte di New Town, finì per degradarsi ad insediamento di case popolari e cooperative edilizie. Il progetto iniziale venne quindi disatteso in diversi punti, fino ad essere completamente stravolto. A ridosso della zona, inoltre, a partire dai primi anni settanta, si era sviluppata la costruzione di case abusive ai margini dei quartieri Fossa della Creta e San Giorgio, ambedue confinanti con Librino.
Il quartiere di Librino, nel corso del tempo è divenuto tristemente simbolo di criminalità organizzata e non, che raggiunse l'apice nel cosiddetto "Palazzo di Cemento", vero e proprio covo della criminalità organizzata del quartiere, nonché centro dei principali atti criminosi (spaccio di droga, omicidi, traffico illegale di armi, ricettazione ecc.). Da qualche anno il "Palazzo di Cemento" è stato sgombrato e, pur essendo attualmente disabitato, ha continuato ad essere un luogo di spaccio e di malaffare.
Come si sa, la situazione sociale del Paese è molto precaria e il sentimento di sfiducia sul futuro incerto del lavoro peggiora di giorno in giorno, non solo nelle fasce generazionali più giovani, ma soprattutto in quelle più adulte. I dati delle diverse indagini che vengono diffusi sulla condizione sociale del nostro Paese, ci aiutano a capire la gravità della situazione (Dati ISTAT 2014: disoccupazione in Italia al 12,6% e quella giovanile al 42,9%).
Nelle periferie della nostra Città, la crisi, la sofferenza materiale e spirituale, è più avvertita e diventa spesso drammatica. Chi scrive è tuttora Parroco di periferia (S.Giorgio-Librino) da più di 10 anni e conosce molto bene, insieme ad altri Parroci delle periferie, i bisogni in cui versano numerose famiglie.
Sono sempre di più le persone senza lavoro (età compresa tra 45-60 anni) a causa di improvvisi licenziamenti legati alla chiusura di attività commerciali e/o delle imprese, a fallimenti, ecc. Accanto alle persone gravate da disoccupazione di breve/lungo periodo, va segnalata la problematica del lavoro in nero, irregolare, saltuario. Inoltre la difficoltà per uomini e donne a trovare lavori (es. badante, domestica), per i quali, in passato, vi erano maggiori offerte. Diverse le persone sole, separate e/o divorziate , in particolare uomini, che lamentano grosse difficoltà economiche e che devono assicurare alla moglie e ai figli il mantenimento, come da sentenza del Tribunale. Sono aumentate le persone che chiedono farmaci rispetto agli anni scorsi: si tratta soprattutto di farmaci di “fascia c” necessari per la cura di malattie di tipo specialistico. Numerose sono le famiglie che non riuscendo a pagare il canone di affitto mensile subiscono lo sfratto o, non potendo pagare il mutuo, perdono la proprietà dell’immobile. Sono numerose le donne che cercano lavoro sia per insufficienza del reddito, al fine di poter vivere più dignitosamente, sia per un lutto in famiglia, che ha causato la perdita dell’unica fonte di sostentamento.
In questa situazione sociale così drammatica, per alleviare e venire incontro, in qualche modo, alle povertà esistenziali delle famiglie del Quartiere popoloso di Librino, la Caritas Diocesana, in pieno accordo con l’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina e con i Parroci della zona, ha pensato di aprire presso la Parrocchia “Resurrezione del Signore” - viale Castagnola n° 4, una mensa-caritas, denominata “Beato Dusmet”, in memoria del nostro Vescovo amico dei poveri, sostenuta dal Clero Diocesano con un contributo mensile.
E’ vero ed è innegabile: la crisi economica esiste e i numeri parlano chiaro. Sono convinto però che essa è la conseguenza della crisi di valori umani e cristiani della nostra società. Dobbiamo convertirci a Dio che è Amore, Padre di tutti noi suoi figli. La povertà spirituale, ovvero vivere mettendo da parte Dio e i suoi comandamenti, è la causa prioritaria della povertà materiale del mondo intero. Basterebbe, ad esempio, eliminare la spesa più ingente di ogni nazione, che è quella delle armi, per risolvere tutti i problemi economici dei popoli: disoccupazione, fame, sottosviluppo, ecc…, ma coloro che ci governano (e anche noi!) fanno scelte contrarie al Vangelo del Signore Gesù.
“ La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.”. (At 4,32.34-35)
La “condivisione” è stata per la Chiesa primitiva, descritta negli Atti degli Apostoli, il segno visibile della comunione nella fede dei credenti in Cristo Gesù. Per noi oggi deve diventare sia un modello profetico a cui ispirarci, sia un esempio concreto per dare una risposta ai bisogni della nostra società civile e religiosa. La Chiesa, Popolo di Dio, non è Chiesa senza il servizio della carità: questa fa parte della sua natura intrinseca. Essere Chiesa significa fare “comunione” tra di noi.
Deve essere la Comunità ecclesiale, in tutte le sue forme espressive, a venire incontro ai bisogni dei più poveri e dei sofferenti, a farsi “Samaritano”, sostenendo i progetti mirati, che la Caritas Diocesana propone.
Tutti siamo Chiesa, nessuno escluso, e tutti, ognuno secondo le proprie possibilità, dobbiamo “farci prossimo” dei bisognosi. La Comunità ecclesiale, dinanzi alle molteplici povertà esistenziali, non può restare indifferente, ma si deve innanzitutto interrogare su cosa è possibile fare e, con l’aiuto della preghiera, deve impegnarsi a trovare risposte adeguate ai problemi del nostro tempo. Quando la Chiesa s’interroga e chiede al suo Signore l’aiuto del discernimento per fare la Sua volontà, lo Spirito del Signore soccorre sempre, illumina sempre coloro che si affidano a Lui. Luce per i nostri passi è la Parola di Dio, ma anche i documenti del Magistero della Chiesa sul tema della Carità, di cui è necessario sostanziare la nostra formazione umana e cristiana.
La lettera apostolica in forma di Motu Proprio di Benedetto XVI sul servizio della carità “Intima Ecclesiae natura”, dell’11 novembre 2012, afferma nel Proemio:
“ L’intima natura della Chiesa si esprime in un triplice compito: annuncio della Parola di Dio, celebrazione dei Sacramenti, servizio della carità. Sono compiti che si presuppongono a vicenda e non possono essere separati l’uno dall’altro ”.
Deve essere la Comunità ecclesiale, in tutte le sue forme espressive, a venire incontro ai bisogni dei più poveri e dei sofferenti, a farsi “Samaritano”, sostenendo i progetti mirati, che la Caritas Diocesana propone.
Tutti siamo Chiesa, nessuno escluso, e tutti, ognuno secondo le proprie possibilità, dobbiamo “farci prossimo” dei bisognosi. La Comunità ecclesiale, dinanzi alle molteplici povertà esistenziali, non può restare indifferente, ma si deve innanzitutto interrogare su cosa è possibile fare e, con l’aiuto della preghiera, deve impegnarsi a trovare risposte adeguate ai problemi del nostro tempo. Quando la Chiesa s’interroga e chiede al suo Signore l’aiuto del discernimento per fare la Sua volontà, lo Spirito del Signore soccorre sempre, illumina sempre coloro che si affidano a Lui. Luce per i nostri passi è la Parola di Dio, ma anche i documenti del Magistero della Chiesa sul tema della Carità, di cui è necessario sostanziare la nostra formazione umana e cristiana.
Questo progetto caritativo, è stato motivato dalla Parola di Dio: “…tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me ”. (Mt 25,40)
Sogno una Chiesa formata da tante “Chiese Domestiche”, in cui ogni battezzato e ogni famiglia che vi prende parte, metta tutto in comune, sull’esempio delle prime Comunità cristiane. Poveri e ricchi insieme, uniti dalla stessa fede in Cristo Gesù: chi ha di più metta in comune con chi ha di meno; chi non ha niente, venga aiutato da chi ha molto, in ogni ambito. La “strada” della condivisione dei beni non è impossibile: a Dio e con Dio, tutto è possibile.
Coraggio! Con il Signore siamo sempre in buone mani. FacciamoLo salire sulla nostra “barca” e il “vento” cesserà. (Mc 6,51)
Don Piero Galvano
(Direttore Caritas Catania)