Approfondire le condizioni di vita dei giovani (15-29 anni) che non lavorano e non studiano, comprendere come vivono la loro situazione, come costruiscono la loro realtà sociale, di quale background culturale dispongono e soprattutto cosa fanno per uscire dalla loro condizione. Questo lo scopo dell'indagine nazionale sui Neet in situazione di povertà e disagio sociale promossa dalla Caritas Italiana a cui ha partecipato anche la Caritas Diocesana di Catania. La ricerca nazionale ha coinvolto quei giovani che si sono rivolti direttamente alla Caritas o le cui famiglie sono state prese in carico dai Centro di Ascolto.
L'indagine, effettuata con la consulenza scientifica dell’Università del Salento (Dipartimento di Storia Società e Studi sull’Uomo), è stata condotta in due fasi. La prima fase ha riguardato la somministrazione di 100 interviste semi-strutturate, suddivise per macro-regioni geografiche: Nord-Ovest (18); Nord-Est (12); Centro (16); Sud, Campania, Puglia (50). Nella seconda fase, invece, è stata utilizzata la tecnica dello shadowing, che ha previsto l’accompagnamento costante e quotidiano dei soggetti sotto osservazione, seguiti per diversi giorni come un’ombra dal ricercatore/osservatore. Lo shadowing ha coinvolto le Diocesi di Lanciano, Catania, e Lecce, in corso Reggio Emilia e Torino.
Per la Caritas di Catania sono stati intervistati 5 soggetti dai 20 ai 29 anni: 3 maschi e 2 femmine, sperimentato lo shadowing, secondo il campione fornito da Walter Nanni, Responsabile Ufficio Studi di Caritas Italiana. Da una prima analisi locale è emerso che che i ragazzi seguiti vivono la loro situazione di Neet nell'ambito di un disagio familiare che sottrae tempo alla ricerca lavoro e alla formazione. Giovani, con bassa scolarizzazione e poche risorse finanziarie, che hanno pochi strumenti a disposizione, si affidano ad internet, al passaparola o consegnano curricula porta a porta.
“L'indagine ha permesso ai ragazzi intervistati di acquisire una maggiore consapevolezza del loro stato - ha spiegato Roberta Rizzotti, sociologa in Caritas - . Molti hanno avuto voglia di raccontarsi in interviste-fiume. Inoltre la tecnica dello shadowing ha consentito di sperimentare una metodologia d'indagine innovativa in Italia grazie alla quale si è potuto osservare in profondità la quotidianità di una giovane neetâ€.
Tuttavia i ragazzi concordano nelle risposte di alcune domande: attribuiscono la colpa del loro disagio alla politica, colpevole di non mettere in atto soluzioni contro la crisi e sognano tra 10 anni un lavoro e una famiglia. Per una città come Catania, con un tasso di disoccupazione molto alto, il problema di chi non lavora e non studia, resta quello della mancanza di lavoro, motivo per il quale molti giovani fino ai 29 anni in assenza di una qualificazione, si ritrovano, poi, in situazioni di forte disagio. La ricerca è cominciata a febbraio, a breve è prevista la diffusione di un report e di una pubblicazione scientifica a carattere nazionale.