CATANIA. Lo scorso 3 ottobre, nell'ambito delle celebrazioni per la "Giornata della Memoria e dell'Accoglienza, la Caritas Diocesana ha partecipato a un evento organizzato dall'I.I.S.S. "Mazzei-Sabin" di Macchia di Giarre, assieme all'Unicef Catania, con la presidente Ambra Picasso, e al Luogotenente Roberto Rapisarda, Comandante Stazione CC Biancavilla.
Nel corso dei due incontri, che si sono tenuti alla Sabin, auditorium "Lidia Sorbello", e al "Mazzei", auditorium del convitto, Salvo Pappalardo, responsabile delle attività dell'organismo pastorale, ha coinvolto i tantissimi ragazzi presenti nel racconto delle attività della Caritas Diocesana nel nome dell'accoglienza e dell'integrazione: dall'azione di supporto all'emergenza sbarchi al servizio colazione, pranzo e cena, fino alla scuola d'Italiano e alla consulenza legale. Inoltre, sono stati affrontati i molteplici servizi del Centro di Ascolto dell'Help Center della Stazione Centrale di Catania, e il lavoro che si sta svolgendo per il secondo anno di fila col progetto "Protetto - Rifugiato a Casa Mia - Corridoi Umanitari" di Caritas Italiana, che ha permesso a cinque profughi eritrei di giungere in Italia dai campi etiopi e di essere accolti dalla Caritas etnea e ospitati in un bene immobile confiscato alla mafia e concesso in comodato d'uso dal Comune di Catania.
La Giornata delle Memoria e dell'Accoglienza è stata istituita dalla legge 45/2016 e ha lo scopo di ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà. La data serve a ricordare un giorno tragico: il 3 ottobre del 2013, 368 persone tra bambini, donne e uomini persero la vita in un naufragio a largo di Lampedusa. Complessivamente, dal 3 ottobre del 2013 ad oggi, 17.900 migranti e rifugiati sono morti o risultano dispersi nel mar Mediterraneo.
La giornata è anche un momento di riflessione per promuovere quelle alternative sicure e regolari che potrebbero consentire alle persone in fuga da guerre e persecuzioni di giungere in Europa senza rischiare la vita ricorrendo ai trafficanti di uomini. Il progetto "Corridoi Umanitari", in questo senso, è un modello che, nel corso dell'ultimo anno, ha visto l'arrivo legale in Italia di circa 500 profughi che sono stati poi affidati alle varie Caritas Diocesane.
(05/10/18)